Il problema della sovraesposizione dei bambini a televisione e computer è fonte da anni di dibattiti, articoli, convegni e quant’altro. In realtà al giorno d’oggi si è chiarito quello che il buon senso aveva già fatto intendere: l’eccesso può essere dannoso, l’uso corretto, no.
I bambini, ma anche i ragazzi e gli adulti, possono andare incontro a quella serie di disturbi fisici, di affaticamento e di fastidio oculare, che vengono solitamente descritti dai lavoratori addetti al videoterminale del computer. Essi dipendono sia da fattori generali (quale l’impegno di lavoro, la posizione del corpo, il microclima, l'illuminazione ecc.) sia da fattori di tipo strettamente oculare, legati principalmente all’eventuale difetto refrattivo presente, corretto o meno, ai disturbi dell’accomodazione, a quelli della motilità, alla scarsa capacità visiva data da malattie vere e proprie e, non ultimo per importanza, alle alterazioni del film lacrimale.
Tra i sintomi generali che possono comparire ricordiamo: mal di testa, debolezza, nausea, disturbi dell’apparato digerente, vertigine e tensione generale. Fra i sintomi visivi ricordiamo: alterazioni transitorie di messa a fuoco delle immagini, scompenso di uno strabismo latente, visione rosata dopo prolungata esposizione al videoterminale, accentuata sensibilità alla luce, visione sfuocata saltuaria e visione annebbiata anche in seguito all’uso.
I principali difetti visivi quali miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia non sono causati dall'uso eccessivo dei computer o dei videogiochi, ma possono contribuire a far comparire i disturbi di affaticamento (astenopia) soprattutto se non perfettamente corretti. E' importante quindi correggere adeguatamente tali difetti, anche se lievi, per evitare un ulteriore sforzo visivo durante il lavoro o lo svago.
Condizioni ambientali sfavorevoli quali impianto di condizionamento poco efficiente, affollamento di persone e macchine, presenza di fumatori, secchezza dell'aria possono contribuire all'insorgenza dei disturbi oculari. Anche un’illuminazione insufficiente o eccessiva dell’ambiente circostante può accentuare il disturbo visivo per un eccessivo contrasto di luminosità con l'immagine del video. Contribuiscono inoltre a creare disturbi i riflessi provenienti dallo schermo, dal tavolo o da altre superfici circostanti, finestre o fonti di luce artificiale che si proiettano sullo schermo, luci dirette non opportunamente schermate.
Altre situazioni che aumentano lo sforzo visivo sono quelle che alterano la qualità delle immagini provenienti dallo schermo: scarsa definizione o stabilità dei caratteri, superfici di colore estremo (bianco o nero), diminuita trasparenza dello schermo per polvere, sporcizia, impronte, ecc.
La sovraesposizione dei bambini a televisione e videogiochi andrebbe comunque evitata anche perché la visione da vicino prolungata (60 cm di distanza media di un terminale, 30 di un videogioco) comporta un impegno visivo costante che affatica i muscoli dell’occhio deputati alla messa a fuoco dell'immagine e alla motilità oculare. L'impegno aumenta infatti quanto più l'oggetto è vicino e quanto più a lungo è fissato nel tempo.
Bisognerebbe inoltre essere certi che il bambino (ma anche l’adulto) abbia una buona visione binoculare (e quindi stereoscopica) che permetta una messa a fuoco simultanea, che siano cioè assenti condizioni di strabismo manifesto o latente o sia presente una eccessiva diversità di vista tra i due occhi.
Va sottolineato che un possibile danno a carico del cristallino (cataratta da raggi) o della retina, imputabile a radiazioni emesse dallo schermo, segnalato in passato da alcuni, non sembra a tutt’oggi confermato e al momento attuale non esiste alcuna dimostrazione che l’utilizzo del computer, televisione o videogiochi possa causare danni irreversibili all’occhio.
Ricordiamoci infine che il vero scopo per cui la natura ci ha dotato degli occhi è per la visione per lontano in condizioni di luce diurna: tutto ciò che si discosta da questa situazione viene affrontato dall’occhio come lavoro in più. con i suoi meccanismi pur fisiologici dell’accomodazione e della convergenza è responsabile di un forte affaticamento dei muscoli oculari impiegati in questi meccanismi.
[Da un articolo del Dr. Alessandro Galan, agosto 2010]